3.6.14

Pelagos: un santuario marino internazionale dedicato alla protezione dei cetacei

A colloquio con Alain Barcelo, responsabile del servizio scientifico del Parco Nazionale di Port Cros che si occupa della parte francese del santuario.


Cartina del Santuario Pelagos 




Ogni avvistamento di mammiferi marini nei dintorni della goletta è una corsa sul ponte per osservare e vivere ogni singolo istante di questi momenti unici. Abbiamo incrociato un delfino di risso tra Oran e le Baleari, e più di recente un gruppo di tursiopi nella baia di Portcros.

Quest'anno attraverseremo il Santuario Pelagos più volte, uno spazio marino internazionale destinato alla protezione dei cetacei, una zona di 87.500 km2 dove vivono principalmente 8 specie di mammiferi marini.

Alain Barcelo ci spiega l'importanza dell'accordo Pelagos.


Dove si trova il Santuario?


Pelagos è un grande triangolo che parte dalla Sardegna, risale contemporaneamente verso Hyères e l’Italia, e comprende la zona marina attorno alla Corsica. È un'immensa Area Marina Protetta dedicata ai mammiferi marini  del Mediterraneo.

In vigore dal 2002, l’Accordo Pelagos è stato firmato da Francia, Marocco e Italia nel novembre 1999. Mira a preservare i cetacei e a rendere compatibile la loro presenza con l'insieme di attività umane che qui hanno luogo.

Otto specie sono regolarmente presenti: la balenottera comune, il capodoglio o fisetere, lo stenella striata, il tursiope o delfino dal naso a bottiglia, il grampo o delfino di Risso, il globicefalo, il delfino comune e infine lo zifio. Altre ancora come le megattere lo attraversano occasionalmente. Le cifre variano a seconda della stagione.


Quali sono le principali minacce che gravano su questi animali?

Le principali minacce sono costituite da certe attività umane come il traffico marittimo che è causa di collisioni tra le imbarcazioni e i grandi mammiferi quali la balenottera comune o il capodoglio. Anche la navigazione da diporto è fonte di disturbo.


Sul sito del Santuario, tra le minacce, è presente anche l’inquinamento chimico? Cosa ci può dire della plastica?

Gli studi in corso mostrano che gli agenti inquinanti si fissano alla plastica e a seguito dell'ingestione risalgono lungo la catena alimentare. La panoplia di prodotti chimici noti si ritrova alla fine della catena nei mammiferi marini a tassi di concentrazione molto elevati. Le macro plastiche, oltre a dare fastidio e deturpare il paesaggio, si degradano e diventano micro plastiche. E poi c'è li ritroviamo lungo tutta la catena alimentare.


Quali misure ha adottato il Santuario?


Ci serviamo di strumenti di comunicazione e sensibilizzazione. Sul nostro sito internet è possibile accedere alla pagina « Devenez ambassadeurs » (Diventa ambasciatore). I visitatori vi troveranno il codice di buona condotta a cui attenersi e da divulgare.

Disponiamo anche di uno strumento informatico per l’utenza commerciale, il sistema REPCET, un dispositivo che consente alle imbarcazioni di sapere in tempo reale la posizione dei mammiferi marini e di segnalarla alle altre navi.

Da un paio di anni abbiamo stipulato partenariati con i comuni rivieraschi che in tal modo si impegnano a contribuire alla conservazione dei mammiferi marini e a sensibilizzare il grande pubblico.
Altre misure riguardano gli operatori di whale-watching, il traffico marittimo, le attività di difesa o ancora la pesca professionale.



Sintesi dell'articolo di Noëlie Pansiot