12.7.14

Breve tappa a Ustica


© Y.Chavance/Tara Expéditions




Durante la traversata dalla Sardegna all’Albania, Tara ha incrociato la rotta di Ustica, una piccola un’isola a nord della Sicilia. Un’occasione per il nuovo equipaggio di incontrare i responsabili della prima Area Marina Protetta d’Italia.




Nuova partenza, nuovo equipaggio. Come in un rituale, immutabile a ogni tappa. Lasciata Cala Gonone, in Sardegna, Tara ha fatto il pieno di nuovi passeggeri: ora siamo quindici a bordo. Spencer Lowell, il fotografo americano dagli innumerevoli tatuaggi, ha lasciato posto a due artisti francesi: Carly Steinbrunn, anche lei adepta alla fotografia argentica, e Lorraine Féline, che realizzerà un film a bordo. Sul versante scientifico, Stéphanie Petit cede il suo posto ad Amanda Elineau, che lavora presso il laboratorio oceanografico di Villefranche-sur-Mer, e insieme a François Galgani, oceanografo all’IFREMER specializzato sugli effetti dell’inquinamento in mare, completano l’equipaggio scientifico fino alla nostra prossima tappa in Albania. Infine due membri dell’équipe a terra di Tara: Virgile Pesey, incaricato dei nuovi partenariati, e Xavier Bougeard, che si occupa delle attività didattiche. Quest’ultimo, che nello specifico gestisce il sito Tara Junior, potrà contare sullo sguardo infantile di sua figlia Cyanne, undici anni, venuta a scoprire insieme a lui per la prima volta la goletta.

Con la barca al completo navighiamo in un mare piuttosto grosso che mette a dura prova lo stomaco dei nuovi arrivati. Questa prima breve pausa sulla piccola isola di Ustica arriva giusto in tempo. Il fatto che si trovi sulla nostra rotta non è il solo motivo che spiega la nostra venuta. Ustica ha visto nascere nel 1986 la prima Area Marina Protetta (AMP) d’Italia su una superficie di 16.000 ettari attorno a una piccolissima formazione rocciosa nel mar tirreno. Due responsabili dell’AMP locale vengono a farci visita a bordo, il tempo di fare colazione e scambiare qualche parola sulla protezione locale dell’ambiente. A margine dei prelievi di microplastica effettuati a bordo, il filo rosso della nostra spedizione si tesse attorno a questi incontri con le strutture locali che contribuiscono al mantenimento quotidiano del Mediterraneo. Ci auguriamo che tali incontri possano aiutarci ad avere una visione globale del modo in cui il Mare Nostrum viene protetto a livello locale.